Roberto Bombarda - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||||||||||||||
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Trento, 13 maggio 2009 Il Parco Paneveggio – Pale di S. Martino, è popolato fra le altre specie dal Gallo Cedrone, specie caratteristica è di enorme pregio faunistico, essendo ritenuta a rischio di estinzione, e per tale ragione particolarmente tutelata anche dalla legislazione europea. Recentemente il Parco ha chiesto l’autorizzazione al Comitato faunistico per effettuare uno studio sul Gallo Cedrone, coordinato dalla dott.ssa Storch dell’Università di Friburgo. Lo studio prevede la cattura di 60 capi, suddivisi in maschi, femmine e pulcini, che saranno poi muniti di radio collare dopo l’effettuazione delle misure di rito. Contro tale richiesta si sono espresse pressoché in modo unanime tutte le Associazioni protezionistiche, attraverso i propri rappresentanti nel Comitato, poiché ritengono che la cattura nei mesi primaverili di capi appartenenti a questa specie – periodo particolarmente delicato essendo quello riproduttivo – potrebbe compromettere in modo irreparabile la non numerosissima popolazione di Gallo Cedrone del Parco. Le stesse Associazioni – fra le quali anche Associazioni di rilevante competenza tecnico-scientifica in materia di avifauna e che da molti anni collaborano a progetti internazionali sulla tutela delle specie a rischio – fanno notare che l’ennesimo studio proposto avrebbe poco o nulla da dire sulla specie oggetto di studio in quanto esistono ormai numerosi studi tutti più o meno coincidenti nei risultati. Dunque il rischio di compromettere l’intera popolazione di Gallo Cedrone del Parco non vale il beneficio rappresentato da nuovi dati raccolti (ammesso e non concesso che novità di rilievo vengano prodotte dallo studio commissionato). Evidentemente ammettendo la fondatezza dei rilievi mossi dalle Associazioni protezionistiche, il Comitato faunistico ha prima rinviato la decisione e, in una successiva riunione, stabilito di ridurre il numero di capi da catturare da 60 a 50. E’ evidente che se le obiezioni mosse dai rappresentanti delle Associazioni protezionistiche sono fondate – e personalmente ho motivo di credere che lo siano – aver ridotto il numero di capi di cui si autorizza la cattura non mette al riparo dal grave danno temuto per la popolazione di Gallo Cedrone del Parco. E se tale danno si verificherà, quale senso avrà per le future politiche di tutela dall’avifauna del Parco qualche marginale conoscenza aggiuntiva, dopo che la specie studiata sarà stata decimata. Alla luce di queste considerazioni si interroga il Presidente della Giunta provinciale per sapere: 1) Quale sia l’importanza scientifica delle conoscenze nuove attese, con riferimento alla specie Gallo Cedrone, da giustificare un altamente probabile danno irreparabile alla popolazione di galli Cedrone del parco Paneveggio-Pale di S. Martino; 2) Quanto spenderà il parco per la ricerca in questione; 3) A chi verranno imputati eventuali danni “collaterali” (ad esempio la morte di numerosi capi catturati per lo stress provocato o per l’aumentato rischio di essere esposti a cattura da parte dei predatori nella delicata fase di “liberazione” dopo la cattura), danni che sicuramente si verificheranno e contribuiranno a ridurre il valore dell’avifauna del parco; 4) Se, alla luce delle osservazioni e degli interrogativi suesposti, non ritenga opportuno disporre una sospensione della ricerca fino a quando non saranno stati adeguatamente valutati i costi (capi persi a causa della ricerca) e i benefici (nuovi dati scientifici acquisiti) derivanti dal progetto in questione. cons. Roberto Bombarda |
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